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La specialistica ambulatoriale centrale nella riforma del Ssr Toscano

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09 OTT – Il ruolo degli specialisti ambulatoriali interni alla luce dei nuovi cambiamenti organizzativi delle aziende sanitarie sempre più orientate verso una collaborazione più stretta fra ospedale e territorio per il miglioramento della qualità dei servizi.

Fare il punto della situazione a circa tre anni dall’approvazione della legge 84, la legge regionale che riguarda il riordino del sistema sanitario toscano, e indagare il rapporto ospedale-territorio come garanzia per il Ssr alla luce di questa riforma. Questi i due obiettivi del convegno “I processi di cambiamento organizzativo delle aziende sanitarie e il ruolo della specialistica ambulatoriale interna” che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze.

Il processo che ha fatto seguito all’applicazione della legge 84 aveva delle chiare necessità. Innanzitutto il bisogno di uniformare la sanità toscana nell’organizzazione e nelle risposte in termini di salute che venivano date alla popolazione. Quindi necessità di equità e necessità di evitare duplicazioni, dunque sprechi, cercando di valorizzare le eccellenze e le qualità presenti sul territorio toscano cercando di  raggiungere una maggiore appropriatezza nell’utilizzo delle risorse, riallocando le risorse risparmiate sempre nel sistema sanitario regionale. Altro obiettivo del riordino mantenere o migliorare quello che il Ssr toscano aveva costruito nel corso degli anni.

“Questo processo – ha spiegato Lucia Pierazzoli, segretario regionale SUMAI Assoprof e responsabile scientifica dell’evento – che ha comportato per tutti  un periodo di cambiamento, adattamento e stress, può offrire una serie di opportunità sia  per gli operatori sanitari che per i cittadini, una su tutte il superamento della divisione ospedale  territorio: l’obiettivo più importante che si pone la riforma”.

Il superamento della divisione ospedale-territorio porta fisiologicamente a parlare della Specialistica convenzionata interna, realtà che in Toscana conta, dati gennaio 2017, più di mille specialisti, pari a circa 25mila ore settimanali, ovvero un milione e trecentomila ore annue. Quindi una media, per ogni specialista di 24 ore settimanali.

Specialistica ambulatoriale-governo liste dì attesa il link è immediato e dunque Rinaldo Tomassini, Direttore Diritti di Cittadinanza e coesione Sociale regione Toscana, ha fatto alcune considerazioni in merito al PNGLA riconoscendo che “nel Piano ci sono tutti gli ingredienti per risolvere le liste d’attesa. Il problema quindi diventa procedurale, strategico sarà capire dove stiamo andando e come stiamo procedendo” perché “aumentare semplicemente l’offerta potrebbe non essere sufficiente”.

E così se il semplice aumento d’offerta può non essere sufficiente, Mauro Maccari, Responsabile organizzazione cure e percorsi cronicità regione Toscana, ha ribadito “l’importanza del lavoro in equipe, il cooperare tra le varie figure presenti sul territorio, ognuno secondo le proprie competenze, nel processo di riorganizzazione, importanza riconosciuta nei fatti, non solo nelle intenzioni, dalla legge di riordino”. Ha illustrato poi i punti salienti del recente AIR della specialistica convenzionata interna, tra i quali la valorizzazione del Responsabile di Branca che diventa parte attiva alle riunioni di Area e di Dipartimento, del Responsabile di AFT che dovrà raccordarsi con ospedale e territorio proprio per la gestione della cronicità. Non ultima la valorizzazione della formazione e della partecipazione agli obiettivi di budget.

Il professor Gianfranco Damiani, dirigente medico igiene ospedaliera Policlinico Gemelli di Roma, è intervenuto parlando di Ssn e gestione delle cronicità ricordando che “c’è stato un allungamento dell’ età  media della popolazione,ma  anche un peggioramento delle condizioni di salute di molti anziani”. A questa riflessione deve far seguito “una caratterizzazione adeguata dei bisogni di salute e un rimodellamento dell’offerta di servizi, secondo quella che è la realtà del bisogno di salute tenendo conto di quelle che sono le opportunità e i vincoli di risorse e i punti di forza e debolezza rappresentate nei vari contesti”.

Paolo Francesconi, Dirigente responsabile settore sanitario osservatorio epidemiologia ARS Toscana, ha poi sottolineato l’importanza dei dati epidemiologici, rimarcando quanto siano importanti gli strumenti di monitoraggio dei processi di cura delle principali patologie croniche attraverso ad es lo strumento dell’ audit clinico.

Infine Giuseppe Notaro, rappresentante del Consiglio Regionale dei Cittadini, ha rivolto un invito ad una maggiore comunicazione, oltre che tra medico e paziente, anche tra le varie figure professionali della sanità.

Il convegno si è inoltre sviluppato in una seconda parte, organizzata in tavola rotonda sul ruolo dello Specialista convenzionato interno e il suo essere strategico tra l’ospedale e il territorio.

Presenti alla tavola rotonda oltre a Mauro Maccari, Roberto Biagini, Direttore Staff Direzione Sanitaria; Stefano Michelagnoli, Direttore Dipartimento Chirurgico Azieda Usl Toscana Centro; Daniele Mannelli, Direttore Rete Territoriale; Giancarlo Landini Direttore Dipartimento Medico; Antonio Magi Segretario generale SUMAI Assoprof e Presidente Ordine Medici chirurghi e Odontoiatri di Roma.

Qui Antonio Magiha sottolineato come “le differenze di offerta e risposta di salute, tra le varie regioni, creano problemi di accessibilità e di uguaglianza sul territorio cambiando anche la tipologia dell’organizzazione rispetto alle risorse a disposizione”.

Magi, parlando dello specialista convenzionato, ha ribadito come “le soluzioni avanzate dalle regioni nel documento sulla carenza di specialisti rischia di creare un abbassamento delle competenze, perché si ipotizza di integrare gli specialisti con chi specialista ancora non lo è ,prevedendo l’accesso a neo laureati, e specializzandi che ancora non hanno completato il loro percorso formativo. Non è vero che non ci sono gli specialisti – ha concluso Magi – non ci sono specialisti che vogliono lavorare nel Ssn perché non è più attrattivo. Allora creiamo le condizioni per far rientrare questi colleghi. I numeri ci sono”.

In sostanza quello che è emerso nel corso dei lavori è una piena linea di armonia all’interno dell’ambito specialistico, dove tutti parlano lo stesso linguaggio e condividono le stesse logiche. Altro elemento importante è l’allineamento tra quelli che sono gli obiettivi aziendali e gli obiettivi della specialistica, perché l’azienda rimane il contesto organizzativo che offre le opportunità per realizzare quegli aspetti professionali che vengono ad essere rappresentati.

C’è poi da tener in considerazione l’importanza dell’integrazione che non è solo multi, inter o transdisciplinare ma anche multiprofessionale e con l’assistito che entra nei team con dei precisi ruoli. Il paziente è uno dei componenti della cabina di regia e l’atteggiamento esclusivamente direttivo, che ha caratterizzato i secoli di medicina ippocratica nel rapporto medico-paziente, oggi non è più sostenibile stante la complessità.

La conclusione della tavola rotonda la fa Gianfranco Damiani affermando che per “la specialistica ambulatoriale interna mi sembra che di opportunità d’ingaggio ce ne siano diverse e quindi l’invito è a sentirsi agenti di trasformazione del sistema, perché il sistema cambia se le persone sono coinvolte in una partecipazione attiva nei processi di cambiamento”.

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